La sera in cui a Liliana viene detto che non potrà più andare a scuola, lei non sa nemmeno di essere ebrea. In poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali di suo papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata. A tredici anni viene deportata ad Auschwitz. Parte il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale di Milano e sarà l'unica bambina di quel treno a tornare indietro. Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua stella. Poi, ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu continuerai a brillare. Questa è la sua storia, per la prima volta raccontata in un libro dedicato ai ragazzi. Introduzione di Ferruccio de Bortoli. Età di lettura: da 11 anni.
La testimonianza di Liliana Segre, raccolta da Daniela Palumbo, inizia con la sua infanzia felice a Milano con il papà Alberto. Le leggi razziali però cambiano per sempre la loro vita; fino alla fuga (fallita) in Svizzera. Liliana e il padre vengono arrestati e deportati ad Auschwitz. Liliana ha 13 anni. Sopravviverà, ma il papà non tornerà. Ed è proprio a lui che Liliana dedica questo libro, che prosegue con il racconto del campo, della salvezza e del ritorno a casa. Ritorno difficile, segnato dalla sofferenza del vissuto personale ma anche dall'indifferenza dell'Italia del primo dopoguerra. Una sofferenza che verrà mitigata solo dall'affetto di una nuova famiglia e dal ruolo di testimone che Liliana assumerà negli anni successivi, soprattutto nei confronti dei giovani, simbolo di un futuro di speranza. Età di lettura: da 11 anni.
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